Saggi Storici sui Tarocchi di Andrea Vitali

Saggi dei Soci e Saggi Ospiti

I Tarocchi nella Bologna di fine Settecento

Per un sacerdote giocare alla cinquina con i Tarocchi non è delitto

 

Andrea Vitali, settembre 2023

 

 

Verso la fine del Settecento, tramite la diffusione delle idee rivoluzionarie francesi accolte dai Bolognesi, con decreto del 27 dicembre 1796 vennero soppressi numerosi ordini religiosi a cui seguì la confisca dei loro beni. Quaranta istituti religiosi vennero chiusi. Questo atteggiamento anticlericale non fu puramente gratuito o politico, in quanto con tali azioni si intese recuperare dai beni ecclesiali fondi per la popolazione indigente.

 

In ogni modo, poiché ogni sacerdote era entrato nelle mire dei benpensanti illuministi che vedevano nella religione una delle cause dell’arretratezza del pensiero e della libertà, accadde che molti vennero tacciati di voler mantenere le loro prerogative. Un articolo pubblicato nel 1798 da un quotidiano bolognese rivoluzionario, prese le parti di un cittadino sacerdote chiamato F. ingiustamente calunniato. La Giustizia non poteva essere vilipesa specialmente sulla base di malignità gratuite di parte. Frati contrari alla Democrazia avevano parlato male di lui, le cui idee erano assolutamente democratiche, cosicché molti avevano creduto alle loro menzogne, financo alcuni giornalisti dello stesso Quotidiano i quali, visto l’atteggiamento del giornale in difesa dell’accusato, stavano per decidere di passare ad altre gazzette.

 

Questa vicenda viene raccontata in un Supplemento al Quotidiano attraverso un finto Dialogo fra uno Spirito Folletto, un cantimbanco, un lupo e una scimmia, personificazioni di persone reali che lo scrivente volle satireggiare. In particolare, la lingua più biforcuta era quella della scimmia che aveva osato sostenere che il sacerdote F. aveva giocato a tarocchi e vinto venti scudi all’avversario con l’inganno. Oltre che falsità, sostenne il curatore dell’articolo, giocare alla cinquina con i Tarocchi non era assolutamente da considerarsi un delitto. Al termine la verità venne a galla e il lupo e la scimmia chiesero scusa per la loro dabbenaggine in quanto avevano creduto 'ingenuamente' a ogni falsità  giunta ai loro orecchi.

 

Riportiamo pertanto l’intero articolo, senza necessità di altro aggiungere.

 

 

SUPPLEMENTO

AL QUOTIDIANO N. 16.e 17.

 

CREPSILON AI MALDICENTI.

 

Dialogo tra lo Spirito Foletto, e un Cantinbanco, ed alcune Bestie

 

 

Can. Chi vuol vedere la Scimia, e il Lupo ballare a perfezione, e poi anche discorere.

Fol. Ferma, ferma Cantinbanco cosa è quello che hai? un qualche frate con una bestia di campagna!

Can. Non vedi, che faccio balar il Lupo con la Scimia.

Fol. Oh si, falli ballare, che io li sferzerò.

 Can. San sferzare ancor essi, ed hanno scritto qualche articolo nel Quotidiano.

Fol. Chi queste brutte bestiaccie. Ah si le conosco adesso? sono coloro, che li 31 Maggio inferirono contro il Citt. Sacerdote F. e lo fecero per solo desiderio di malignare senza aver ragione, e motivo, li voglio bastonare ben bene.

Lupo. Scim. Nò per carità Citt. Foletto vi conteremo tutto, ma lasciateci dire le nostre ragioni

Fol. Ragioni in bocca vostra? che eresie?

Scim. Prendo io la parola, sono stati alcuni frati nemici della democrazia che ci hanno instigati a scrivere contro il Sacerdote F.

Fol. Questo lo sò, è se non la finiscano pubblicherò nome, e cognome Patria, gazabugli ec. ec. ec.

Lup. Quel che è vero però si è, che questi malevoli sono creduti, e nella Molinella vi sono degli altri che dicano male.

Fol. Io so quando fecero la loro congrega, ed ero presente, quando scrissero la lettera a varj Giovani Cittadini di Bologna, perchè facessero il novo bugiardo articolo della sezione di S. Pietro in Argine distretto della Molinella col titolo mea culpa. Io ci darò l’Ideo precor: e chi scrisse l'ultima lettera basta... e so delle cose segrete perchè sono un Foletto, e nessuno meglio di me le spiegherà, perchè vado ai campi elisi a farmele comporre in verso, e in prosa dal Ricciardetto, e dal Filangeri.

Scim. Eppure hanno impressionati alcuni che non vogliono credere quanto si dice in favore del Sacerdote F. benchè sia la pura verità anzi decantano di volere andare ad altri foglj.

Fol. Ci vadino, io me la prendo con tutti, perchè so la verità, siccome testimonio occulare, risponderò.

 

Son Foletto, e sono ardito

    E mi sento un gran prurito

    Di sferzar i Babuin.

 

Scim. Voi avrete ragione, ma io, e l'amico compagno abbiamo ancora qualche dubbio.

Fol. Sciochi, e poi sciocchi. Il Sacerdote F. è democratico, ed onesto, ha speso più d'un Zechino per comprare tanti libri, e stampe democratiche che ha sparse in certe Sezioni nel distretto della Molinella, e devono ad essi la loro Democratizzazione.

Scim. Ma quella cassetta della Madonna, e quel gioco mi sono anche impresse.

Fol. Sei la gran carogna. O ragione, o non ragione la voi a modo tuo: per giocare qualche volta alla cinquina coi Tarochi non è delitto, ed è falso, falsissimo, che il Ferri perdesse venti scudi, e che il Sacerdote F. li abbia vinti; falso, che la Padrona sgridasse, tutto è falso; falso che usi porcherie in gioco, perchè queste sono vere iniquità, che inventa la malizia, e che mai proverà, ed io che ci ero presente dico, che è una vera bugia, e che anzi è un uomo liberale, come tutti li onesti Galantuomini nè fan fede. Presso voi certamente l'operar virtuoso, è ignoto.

Lup. (Piano alla Scimia) affè cara amica, che dice il vero, e che i nemici del F. ci hanno ingannati - Voglio nominarli -

Scim. (Piano al Lupo) nò taci per carità)

Lup. Ma già li sà il Cittadino Foletto)

Fol. Sento già cosa discorete piano. Si che lo so, questi suoi nemici, ma sono troppo deboli per meritare la mia indignazione, e se non me la fan saltare di nuovo, per questa volta ci perdono come ha fatto il Sacerdote F. e che è pronto a far del bene a suoi nemici in vece di farli del male circa poi la cassetta della Madonna si vede la patente colunia da se ștessa smascherata, perchè cessata la genìa fratina il Sacerdote F. democratico mai ha questuato, e non esiste casetta.

Scim. e Lup. Affè che è vero l'abbiamo fatte grossa, che parte per inganno, e parte per malizia abbiamo scritto, e fatto scrivere contro un buon Cittadino.

Fol. Sappiate poi anche, che ogni volta che è stato perseguitato il Sacer. F. sempre si è scoperta la sua innocenza, e se non fosse buono da vero non avrebbe ritrovato li curati che li facessero attestati molto onorevoli, e che sono sottoscritti anche da un bon numero di buoni Cittadini.

Sapete perchè è perseguitato, perché e Democratico, perché odia le malizie fratine, e perché conserva fedele il Civico giuramento, che ha dato alla Patria, e che i suoi nemici non possono vantarsi d’averlo prestato. Sfido chiunque a poter criticare la sua presente condotta: Egli stà in casa, attende ai suoi officj: e amoroso, caritatevole, e Patriotta, e benefica i suoi avversarj. In somma...

Scim. e Lup. In somma hai ragione, e confessiamo la nostra dabbenagine.

 

Fol. Cessate adunque o stolidi

        Col vostro dire audace

        Viver lasciate in pace

        Il probo Cittadin

 

Note

 

Quotidiano Bolognese ossia Raccolta di Notizie Secrete. Aprile 1798, Mese VII della Pubblicazione, che corrisponde all’Anno Repubblicano da’ 12 Germinal a ‘11 Floreal inclus., Bologna, nella Stamperia Patriottica del Quotidiano ai Celestini, pp. 113-116.

 

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