Saggi Storici sui Tarocchi di Andrea Vitali

Saggi dei Soci e Saggi Ospiti

Giocatori di Tarocchi sulla Luna - 1746

Gli “Intertenimenti Estivi” di Ciro Mario Canicola Lapolitano

 

Andrea Vitali, gennaio 2021

 

 

Fra i numerosi titoli di novelle riportate da Bartolomeo Gamba (1766-1841) nell’opera Delle novelle italiane in prosa. Bibliografia di B. G. Bassanese (1833) completamento catalografico dei novellieri italiani descritti da Antonio Maria Borromeo nel volume Notizia de' novellieri italiani posseduti dal conte Anton-Maria Borromeo gentiluomo padovano con alcune novelle inedite (1794), è presente la novella Intertenimenti Estivi Tra quattro nobili Giovani, e sei oneste Donne 1, di Ciro Mario Canicola pubblicato nel 1746.

 

Dalle quarantasei schede dedicate dal Gamba ai novellieri del sec. XVIII, fra cui Gasparo Gozzi 2 e Pietro Chiari 3 sui quali abbiamo scritto in altra sede, si evincono le innovazioni compiute dalle novelle settecentesche fra le quali la ricerca di uno stile e di una lingua non più vincolata a una tradizione considerata oramai manchevole di efficacia comunicativa, atteggiamento che trovò in Alessandro Verri il maggior esponente. Nell’articolo Rinunzia avanti notaio al Vocabolario della Crusca, pubblicato nel 1764 sulla rivista Caffè in sette punti, Verri espose il diritto di formulare nuove norme per una nuova lingua, così come avevano operato i grandi Trecentisti, da Dante al Boccaccio e oltre, contro la pedante rigidità della Crusca. Da notare, in particolare, la sua proposta di utilizzare vocaboli tratti da lingue straniere, fatto che lo dichiara anticipatore di un uso avvenuto verso gli anni ’60 del XX secolo.

 

Altra innovazione riguardò la tradizione delle novelle morali, non più di carattere religioso come in prevalenza lo erano nel Seicento, ma basate sull’etica dell’età illuministica che rifiutava ogni religione rivelata, contrapponendo a ogni atteggiamento fideistico la supremazia della ragione.  

 

Ancora, ma non per ultima, una tipologia narrativa che contro il considerato cattivo gusto barocco operato da autori come Giovanni Pietro Bellori e Antonio Ludovico Muratori, si rivolgeva al Boccaccio. La motivazione, se prendiamo in considerazione le novelle a sfondo erotico, si deve all’accostamento sesso-intelligenza, utilizzata quest’ultima in modo funzionale ed efficace per giungere alla soddisfazione dei desideri sessuali. Una ragione strumentale quindi per il fine preposto. E la ragione si abbina alla creatività, necessaria per superare quegli ostacoli che si frappongono fra il desiderio e la sua soddisfazione. La ragione, tenuta in deità dal pensiero illuminista, che pervade tutta l’opera del Boccaccio, divenne motivo, oltre per gli aspetti linguistici e stilistici, del richiamo che questo autore svolse sulle menti dei novellieri del sec. XVIII.  Fra questi il Canicola con la sua novella Intertenimenti Estivi. 

 

L’autore finse che quattro giovani gentiluomini e quattro donne per trovare refrigerio dalla calura cittadina presero la decisione di trasferirsi in un’amena località collinare dove si dilettarono a discorrere dei più svariati argomenti. La vicenda, evidentemente desunta dal Decamerone, se ne distacca tuttavia nelle argomentazioni oggetto di discussione: se in Boccaccio la descrizione dei racconti erotici trova giustificazione dalla peste che infuriava in Firenze, allontanandosi da essa attraverso l’esaltazione delle gioie del vivere carnale quale atteggiamento esorcizzante contro un male avverso cui pareva non esserci alcun rimedio, in Canicola gli argomenti, scelti per un utilizzo pedagogico, offrono l’opportunità di discorrere di etica e di filosofia, anche nella ripresa di certe trattazioni morali care alla novellistica seicentesca, come il gioco delle carte  ampiamente discusso, inteso sempre deleterio per la salute dell’uomo, ma in senso esclusivamente materiale in quanto causa di perdita di denari e dei propri averi, con esclusione di ogni principio di carattere religioso.

 

L’atteggiamento illuministico dell’autore, presente nell'intera novella, si riverbera ad esempio nella condanna di certe letture ‘irrazionali’ quali i libri che trattavano di Alchimia, Astrologia, Cabala, ecc., considerate scienze vane: “Lungi gli studj vani della memoria artifiziale, della inutile Alchimia, dell’Astrologia, dell’Arte Sofistica, e della Cabbalistica” 4. Nel contempo, il Canicola metteva in guardia dagl’impostori, dai ciarlatani e dai fanatici, secondo uno spirito educativo di cui la maggior parte delle novelle settecentesche si faceva portavoce.

 

Oltre a queste argomentazioni descritte nell’Intertenimento Settimo, troviamo l'insegnamento del miglior metodo di studio e le materie da approfondire per discernere il vero dal falso e il certo dal verosimile:

 

“Il buon metodo di studiare si rivolge nello incominciare da que’ lumi, che render possono la mente adeguata, penetrante, esatta, istrutta a distinguere il vero dal falso, il certo dal verisimile, e invaghita della verità, e nimica all'errore: alla qual meta conducono dirittamente la Loica, e le Mattematiche. L' Eloquenza, le Lingue, la Storia, e le di lei due braccia la Geografia, e Cronologia non possono dicevolmente commendarsi. Cogli ajuti della Eloquenza noi parliamo, e scriviamo, comunichiamo altrui nostri pensieri, muoviamo gli affetti, e li meniamo ove ne aggrada. Onde un letterato Uomo senza eloquenza si assomiglia ad un’Oratore muto. Per mezzo delle Lingue noi abbiam commercio non solamente cogli Uomini viventi con noi, ma con quegli ancora di straniere Terre, e di antiche età. Per via della Storia, e delle compagne di lei possiamo essere di tutti Paesi del Mondo, e di tutt’i Secoli, tanto di esperienza prendendo, quanta ne avremmo, se vivuti fossimo da Adamo fino a noi. La buona Critica debb'essere la nostra scorta, la sugosa Filosofia il nostro fondamento…” 5.

 

Inoltre, l’insegnamento prevedeva l'abbandono di ogni forma di satira e di maldicenza, il non fornire giudizi anticipati e il non essere ciecamente schiavi di qualsiasi autore o scuola. Occorreva innanzitutto conoscere sé stessi al fine di allontanare ogni forma di alterigia. Ed è proprio su questo aspetto che, continuando la discussione, l’autore fa accenno ai tarocchi riportando quanto accadde a un personaggio vanaglorioso il quale, dando a intendere che ogni libro fosse da lui stato letto, dichiarava che nulla gli fosse sconosciuto.

 

In occasione di una assemblea letteraria, un ‘bello spirito’ per farsi beffe del borioso ‘Sacentuzzo’ gli domandò se avesse mai letto certi libri, elencandone i titoli uno per uno. Titoli invero assurdi come assurdi erano i nomi degli autori. Fra questi volumi vi era quello di un certo Van-Teftenoffel dal titolo Il Nuovo Cannocchiale, in cui l’autore aveva scritto vedersi sulla Luna i suoi abitatori che presentavano una corporatura robusta e massiccia come fossero elefanti e che si vedevano anche due di loro mentre giocavano a tarocchi, ed altri che commentavano il risvolto della partita. A questo dire, il ‘Trasone’ 6, non solo asserì di possederli e di averli letti tutti, ma di considerarli i suoi più amati tanto di conoscerli quasi a memoria. Fu così che notiziandolo della non esistenza di tali libri e degli autori stessi, essendo parto di fantasia, quel ‘vantatore’ rimase come un allocco.

 

Ritorniamo pertanto alla penna dell’autore e al suo scritto riguardante questa beffa, il cui scopo educativo era rivolto alla necessità dell’umiltà e dell’abbandono di ogni vanagloria:

 

“Lungi in fine la pompa vana di volere parer più di quello che siete, e vogliate piuttosto essere, e non parere. Su di che rammentatevi sempre l'infelice comparsa, che in tutta sua vita fece un tal Capo glorioso, che, volea pure, che si credesse, lui ogni facoltà essere sulle dita, e non potersi rinvenir libro ch’ e’ non avesse divorato, cui intervenne un dì che un bello spirito per farsi beffe di lui, inventò alcuni titoli di Libri, che non aveano giammai veduto la luce: e nell'usata Assemblea rivolto al borioso Sacentuzzo, Avete voi letto (disse lui), il bel Trattato dell’Erbe Giapponesi del Signor Bulkinzenflovv. Egli mi è molto famigliare (rispose il finto Enciclopedista) l’ho corso ben due volte. Vi saranno ancora giunti a notizia (soggiunse il motteggiatore) la Storia degli Spiriti, de' Maghi, e delle Streghe del Cavalier Fikilemberg; la Genesi de’ Marmi di Mr. Walbendirkroek; il grosso Dizionario Universale in trenta volumi in foglio del Lord Zizlemkkoroug; la nuova scoperta d'altri tre Satelliti di Giove, e d’altri dodici di Saturno di Mad. Yenxperçaus; il nuovo Cannocchialecon cui si vedono gli Abitatori della Luna tarchiati come un Elefante, e osservati se ne son due che giocavano a’ Tarocchi, ed altri, che tenean conclusione, di Van-Teftenoffel. Sì bene (rispose il Trasone) cotesti libri fanno le mie delizie, io gli so quasi tutti a memoria; ed in ispezie i due ultimi m'incantano. Io mi rallegro dunque con voi (riprese allora in un'aria di beffa il burlevole Spirito) che per gran via sorpassate tutt’i Letterati Uomini del Mondo, perché questi non lessero mai, se, non opere o impresse, o manoscritte, laddove la vasta erudizion vostra si estende ancora a' libri futuri possibili, impossibili, finti, e non iscritti giammai. Sentì il vantatore il peso della beffa, e senza parola rimase lì come un' allocco” 7.

 

Note

 

1. Intertenimenti Estivi Tra quattro nobili Giovani, e sei oneste Donne di Ciro Mario Canicola Laponitano, In Amsterdam, Dalle Stampe Blaviane, MDCCXLVI [1746].

2. Si veda Gasparo Gozzi e il gioco delle carte - sec. XVIII.

3. Si veda I Tarocchi in Letteratura I.

4. Intertenimenti Estivi, cit., pp. 120-121.

5. Ibidem, pp. 119-120

6. Trasone è il nome di un personaggio dell’Eunuchus di Terenzio, espressione del ‘miles gloriosus’ ovvero il tipico soldato fanfarone o spaccone.

7. Intertenimenti Estivi, cit., pp. 121-122.

 

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