Anghiari: il primo documento sui Trionfi

Conferenza su Giusto Giusti e i Trionfi

 

LA STORIA DEI TAROCCHI

 

DAL DIARIO DEL GIUSTI AI GIORNI NOSTRI

 

venerdì 24 giugno 2017 - ore 17

 

 Sala del Consiglio - Municipio di Anghiari (Palazzo Pretorio)

 

Relatore

 

Prof. Andrea Vitali

 

 Palazzo Pretorio

 

 

 

Durante il Rinascimento le ‘Immagini degli Dei Antichi’ suscitarono nell’osservatore il ricordo dei miti classici ai quali veniva attribuito un grande valore etico e morale. In quell’epoca nacque il gioco dei Tarocchi, considerato a livello accademico una delle più straordinarie realizzazioni dell’Umanesimo italiano. Esso riuniva i più augusti rappresentanti del pantheon greco affiancati dalle virtù cristiane, da immagini allegoriche di condizioni umane e dai simboli dei più importanti oggetti celesti.


I tarocchi erano un grande gioco di memoria che racchiudeva le meraviglie del mondo visibile e invisibile fornendo ai giocatori istruzioni di ordine tanto fisico, quanto morale e mistico. Infatti, la serie delle virtù (Forza, Prudenza, Giustizia e Temperanza) ricordava loro importanti precetti etici; la serie delle condizioni umane (Imperatore, Imperatrice, Papa, Matto e Bagatto) rammentava la gerarchia alla quale era soggetto l’uomo; quella dei pianeti (Stelle, Luna, Sole) alludeva invece alle forze celesti che assoggettavano gli uomini, sopra le quali era concepito l’Universo retto da Dio.

 

Oggigiorno, dimenticato in gran parte il loro aspetto ludico, in tutto il mondo vengono utilizzati a scopo divinatorio. Durante il Quattrocento il gioco dei tarocchi venne chiamato Ludus Triumphorum, attributo che si relaziona strettamente al poema I Trionfi del Petrarca. Oggi sappiamo pressoché tutto sulla storia dei tarocchi, termine quest’ultimo attribuito al gioco ad iniziare dai primi del Cinquecento: conosciamo che sono stati inventati a Bologna all’inizio del Quattrocento da un discendente del celebre capitano di ventura Castruccio Castracani, il significato del termine ‘Tarocco’ che nella letteratura cinquecentesca significava ‘stolto, folle’, nome attribuito quindi al gioco dalla carta del Matto, sappiamo che il loro ordine venne strutturato sulla Scala Mistica cristiana oltre ad ogni significato iconologico dei Trionfi, i cosiddetti Arcani Maggiori.

 

Tutto questo si deve alle ricerche compiute dal prof. Andrea Vitali, storico del simbolismo, unitamente agli accademici che fanno parte dell’Associazione Le Tarot, da lui presieduta, fra cui, solo per citarne alcuni il medievista Franco Cardini, lo storico della filosofia Michael Howard della New York University, l’analista junghiano Claudio Widmann e tanti altri.

 

Ciò che si intende presentare in questa conferenza, oltre ad informare sulla storia reale di queste carte simboliche dalla loro origine ai nostri giorni, è il ruolo determinante che Anghiari e nello specifico un suo cittadino, svolse in tale ambito.

 

Per molto tempo si è infatti ritenuto che il primo documento riportante la menzione del gioco dei Trionfiappartenesse alla Corte Estense: il 10 febbraio del 1442 nel Registro di Guardaroba di quella Corte vennero annotati quattro mazzi di carte da trionfi: «Maistro Iacomo depentore dito Sagramoro de avere adi 10 fiebraro per sue merzede de avere cho(lo)rido e depento.... 4 para de chartexele da trionffi, ... le quale ave lo nostro Signore per suo uxo...». Questo documento attesta esclusivamente che a Ferrara in quegli anni si producevano carte di Trionfi e non che siano stati inventati in quella città e in quel periodo. Infatti sappiamo, grazie ad un indagine sugli Statuti fiorentini del 1450 che regolavano il gioco delle carte, che esistevano carte di Trionfi utilizzate dal popolo le quali essendo realizzate con cartoncino leggero venivano gettate una volta consunte.

 

Nel 2002 la storica Nerida Newbigin riportò l’informazione tratta dai Diari del notaio Giusto Giusti che quest’ultimo regalò nel 1440 a Sigismondo Malatesta un mazzo di Trionfi fatti realizzare appositamente a Firenze. Allo stato attuale delle ricerche, questo documento risulta pertanto essere la prima citazione conosciuta riguardante il gioco dei Trionfi: «Venerdì a dì 16 settembre donai al magnifico signore messer Gismondo un paio di naibia trionfi, che io avevo fatto fare a posta a Fiorenza con l’armi sua, belli, che mi costaro ducati quattro e mezzo». Il mazzo di Trionfi era abbellito con le insegne del Malatesta, secondo una prassi che ritroviamo anche nei mazzi fatti realizzare dai Visconti e dagli Estensi. La cifra pagata dovette essere alquanto alta, considerato che il Giusti, entrato al servizio del Malatesta da circa un anno, dovette sentirsi in obbligo di omaggiare il Duca con un regalo di una certa importanza.

 

Giusti Giusti era nato ad Anghiari nel 1406 e già a venti anni aveva iniziato ad esercitare la professione di notaio per la repubblica Fiorentina.  Il rapporto con il Malatesta datava al tardo 1439, quando il nostro convinse Agnolo Taglia, capitano di una compagnia di Anghiari, a passare al servizio del Signore di Rimini. Il Giusti morì presumibilmente nella sua città natia nel 1484 e venne sepolto nella chiesa anghiarese di Badia.

 

I Diari del Giusti dovevano essere composti da una serie di venti quaderni, libri di ricordi dove egli annotava tutti gli avvenimenti di rilievo della sua vita privata e professionale, fra cui trattative, contratti, incontri particolari, matrimoni, pagamenti, eventi straordinari, temporali, terremoti, feste. Poiché i manoscritti originali sono andati perduti, i Diari sono giunti attraverso copie seicentesche trascritte parzialmente da persone che avevano interessi diversi e che operarono delle scelte in base a criteri del tutto personali. Fra questi ricordiamo l’architetto fiorentino Antonio (1551-1636), lo storico Lorenzo Taglieschi (1598-1654) e soprattutto Carlo Strozzi (1587-1570), senatore del gran duca di Toscana nonché uno dei membri più importanti dell’Accademia della Crusca. È sua la trascrizione di nostro interesse, datata 1621, presente presso l’Archivio di Stato di Firenze.

 

La notizia del mazzo miniato fatto realizzare dal Giusti per il Malatesta, primo documento assoluto in cui viene citato il gioco dei Trionfi (naibi a Trionfi significa infatti carte da gioco dipinte a Trionfi, cioè con le immagini dei trionfi) sebbene sia conosciuta a livello accademico presso le maggiori università, è tuttavia sconosciuta al pubblico. Il motivo di questo incontro si motiva quindi dal desiderio di far conoscere ai più questa realtà che ha già fatto entrare Anghiari negli ambienti accademici anche per la storia dei tarocchi.

 

Andrea Vitali inserirà il documento all’interno della vasta e ricca storia dei tarocchi, a iniziare dalle loro origini medievali per giungere al pensiero esoterico settecentesco e alla moda cartomantica odierna, sottolineando come sia necessario ricorrere per questo ultimo aspetto alle teorie dell’energia simbolica, formulate dal famoso psicologo Carl Gustav Jung.

 

 

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